Il primo ottobre a San Marino si è tenuto uno degli incontri dedicati alla School of Self-Awareness. Un percorso durante il quale Patrizio Paoletti ha indagato gli strumenti necessari per passare da una vita accidentale, in cui tutto ci accade ad un altra dove invece è possibile prefigurare il futuro che vogliamo, rispondendo alla domanda: “Qual’è la vita che voglio?”.
Un percorso di consapevolezza in cui è necessario trovare uno stato di bioeuritmia, ovvero il giusto ritmo della vita che ci permette di essere in grado di cogliere l’opportunità che la vita periodicamente offre, comprendendo che ciò che accidentalmente accade può rappresentare non più un limite, ma una fonte di allenamento.
Paoletti ha sottolineato l’importanza – come passo iniziale – di “imparare ad essere pronti prefigurando ciò che veramente desidero così da poterlo cogliere appena la vita ce lo presenterà.”
In questo percorso di studio del nostro mondo interiore ci sono due pilastri fondamentali da cui non si può prescindere e cioè: imparare ad sviluppare volontà ed attenzione per essere pronti quando l’opportunità si presenta, muovendosi così verso la possibilità di costruire il proprio destino.
Un destino che, ricorda Paoletti, prevede me stesso in relazione agli altri dove la mia crescita è interconnessa alla crescita dell’insieme ed è pertanto essenziale sviluppare “l’abitudine ad un agire che costantemente consideri l’opportunità contenuta nella relazione come crescita personale e dell’insieme, innescando il processo di continuo miglioramento al fine di generare perenne felicità”.