3 consigli per superare le convinzioni limitanti e orientare la nostra mente verso ciò che davvero desideriamo
Cosa sono le convinzioni limitanti?
Abbiamo convinzioni rispetto a qualunque cosa: sul nostro passato, sul nostro futuro, sulla nostra storia, sul nostro destino, su ciò che accadrà, ciò che non accadrà, su come saremo capaci di evitare questo o quello e anche su come dovremo, purtroppo, subire questo o quello.
Tutte queste convinzioni si stratificano nella mente e creano un vero ostacolo tra noi e il nostro destino.
Il destino, infatti, è muoverci verso ciò che è davvero importante per noi, verso ciò che davvero vogliamo nella nostra vita.
Tuttavia, spesso non ci è facile farlo perché siamo governati da tutte queste convinzioni limitanti, che si stratificano gradualmente nei pensieri, nelle emozioni, nell’istinto, condizionando rispettivamente la struttura stessa della visione che abbiamo della vita, come interagiamo con la nostra dimensione affettiva e relazionale e, infine, come ci sentiamo.
Allora, esistono ben tre interruzioni di schema possibili che dobbiamo imparare a mettere in pratica per liberare la nostra quotidianità da quella dimensione – a volte veramente drammatica e fastidiosa – del vivere secondo le convinzioni limitanti, ovvero del dirci le bugie, perché quando diciamo di sapere come accadrà e cosa accadrà esattamente nella nostra vita, stiamo dichiarando il falso.
La verità è che noi non possiamo sapere cosa ci riserva il domani, anche se è altrettanto vero che possiamo prefigurarlo.
Ce lo dicono neuroscienziati come Margriet Sitskoorn dell’Università di Tilburg nei Paesi Bassi, o Tali Sharot dell’University College di Londra e tanti altri che hanno collaborato con me, partecipando a 21 Minuti, o tramite la mia Fondazione e il suo Istituto di Ricerca (Rined – Research Institute for Neuroscience, Education and Didactics).
Cosa ci dicono gli studi che stiamo portando avanti con la mia Fondazione?
Essi ci certificano che la mente è plastica, cioè il nostro cervello ha la capacità di adattarsi a ciò che gli somministriamo più spesso.
Infatti – che ci piaccia o meno – l’ambiente, il contesto e le circostanze condizionano la nostra esistenza, il nostro modo di pensarci in essa e, soprattutto, come noi ci percepiamo all’interno di questo grande palcoscenico che chiamiamo vita.
Pertanto, ecco 3 consigli per superare le convinzioni limitanti che entrano naturalmente a far parte di tutti noi.
1. La tua mente non può spegnersi, ma tu puoi NON identificarti con i tuoi pensieri
E’ inutile sforzarti di provare a chiudere il rubinetto dei pensieri della tua mente, non puoi farlo.
Allora, cosa puoi fare?
Puoi vederli passare, come chi si siede ai margini di una strada o di un’autostrada vede circolare le macchine, senza volerci salire, cioè senza identificarsi con esse.
Infatti, se da una parte non è possibile spegnere la nostra mente, dall’altra, attraverso l’allenamento ad alcune tecniche, è possibile imparare a non identificarsi con i propri pensieri che scorrono in essa.
2. La tua mente è plastica
La nostra mente, come dicevamo prima, assume la forma di ciò che le somministriamo più spesso.
Pertanto, noi possiamo concentrarci e prestare la nostra attenzione a voler essere padroni delle nostre emozioni, portandoci verso un’emozione proattiva, propositiva, costruttiva, creativa e lasciando andare, invece, le emozioni distruttive dello scoraggiamento, della frustrazione o della recriminazione.
Ricordati: la nostra mente prende la via che noi le chiediamo di percorrere.
Allenarci ad acquisire strumenti per diventare capaci di orientare le nostre emozioni affinché la nostra vita sia emotivamente più sana e gratificante, ci permette effettivamente di raggiungere questo stato di consapevolezza, perché la mente plastica si trasforma.
3. Ripetere a te stesso ciò che è davvero importante per te
Ripetere a noi stessi ciò che è davvero importante per noi attiva una spirale positiva di successo: la nostra mente cattura i dati che le occorrono per realizzare ciò che noi le stiamo chiedendo e impara da essi.
E, quando impariamo qualcosa, essa ci dice “bravo”, aprendosi e predisponendosi ad imparare ancora.
Quindi, ricapitolando:
Mi concentro, mi dico ciò che voglio, catturo le informazioni giuste e imparo, ho successo, mi dico bravo e sono ancora più attivo per ripartire. Di nuovo, mi concentro, dico alla mia mente ciò che voglio, imparo, catturo ciò che mi occorre, realizzo e ho successo.
Questo circuito virtuoso ci libera da tre aspetti da tenere assolutamente a distanza:
1.l’essere scuri e negativi;
2.La nuvola scura che ci portiamo addosso, che oscura il sole delle credenze positive. Ognuno di noi ha delle paure: vanno tenute a distanza.
3.Il non credere in sé stessi. La mancanza di autostima è l’ostacolo più grande al mettere in campo quel noi migliore di noi che desideriamo da sempre e che meritiamo di essere.
Per concludere, la neuroplasticità del cervello, oggi, ci racconta quali sono le capacità che già possediamo e che non dobbiamo far altro che praticare per ottenere i risultati che desideriamo.
La prima fra tutte è il dialogo interno.
Devi continuamente parlarti, perché tanto lo fai comunque.
Se presterai un attimo di attenzione a te stesso vedrai come il tuo dialogo interno può modificare i tuoi comportamenti, cambiare la relazione che hai con il tuo mondo interiore e, di conseguenza, con il mondo intorno a te.
È importante dirci che possiamo cambiare la nostra relazione con il mondo fuori di noi soltanto cambiando la relazione con quello dentro di noi.
Come dico tante volte, non si tratta di fare un passo indietro, ma piuttosto, un passo in dentro, in quel luogo interiore, intimo e profondo che dobbiamo imparare a frequentare, a conoscere, per realizzare i nostri sogni e quella qualità di vita stra-ordinaria – più che ordinaria – che consiste nella possibilità di godere anche solo di questo respiro, o di un arcobaleno o un raggio di sole.
Tali Sharot attraverso la sua “ricerca sugli occhiali rosa”, certifica neuroscientificamente che coloro che hanno un’attitudine proattiva, propositiva, creativa e operativa nei confronti della vita e del quotidiano, vivono una vita migliore perché colgono più occasioni per migliorare sé stessi ogni giorno.
Sono le stesse occasioni che coloro che non indossano questi “occhiali rosa” incontrano, ma non vedono e, quindi, non colgono.
Che cosa sto cercando di dirti? Che non dobbiamo forzatamente subire la vita.
Acquisendo strumenti e provando ogni giorno per qualche minuto a metterli in pratica, scoprirai che il tuo socio più importante (il tuo cervello, la tua mente, dove risiede il reame delle possibilità) diventa capace di realizzare l’irrealizzabile.
Quando sei tranquillo mentalmente, emotivamente e fisicamente, cominci a muoverti verso ciò che hai prefigurato.
Non devi far altro che dirti che è possibile e fare il prossimo passo per acquisire quegli strumenti che ti danno l’opportunità di imparare chi sei.
E ricorda: tu non sei il te abituale, ma il te ideale che, se lo vorrai, puoi impegnarti a mettere in campo, attimo dopo attimo, giorno dopo giorno.
La consapevolezza è la vera chiave.
Oggi il mondo intorno a noi è un mondo inconsapevole, infatti, pur venendo avvertiti su quali sono i pericoli esistenti, su quali sono le azioni da non compiere, ci ritroviamo a fare ciò che sappiamo essere dannoso per noi.
Perché? Cosa ci impedisce di rispettare l’ambiente, di non inquinarlo, di non inquinare la nostra mente con credenze stupide e, ormai, obsolete?
La mancanza di consapevolezza.
Per questo voglio chiudere ricordandoti che il tuo passato, il tuo futuro, la tua storia, il tuo destino, sono davvero nelle tue mani, perché è ciò che semini dentro di te che poi divieni capace di raccogliere.
Se ti interessa questo argomento, puoi approfondire leggendo un altro articolo di Patrizio: 5 qualità della consapevolezza di sé.