La tensione all’eccellenza, intesa come unico e naturale processo evolutivo teso alla piena umanizzazione, spinge l’uomo contemporaneo, che ha scelto di vivere consapevolmente, a tornare ad essere artefice del proprio destino, selezionando ciò che vuole ospitare in sé con intelligenza e capacità di osservazione.
Ciò significa essere pienamente responsabili della nostra comunicazione e del suo orientamento. La domanda allora è: “Come?”. Vi è la possibilità di divenire pienamente padroni di noi stessi attraverso la comprensione e l’ascolto, questo ci permette di modificare la nostra realtà soggettiva e di conseguenza l’efficacia del nostro agire.
Il silenzio ci aiuterà a raggiungere questa soglia profonda di consapevolezza, perché avremo la giusta distanza dagli eventi.
Perché “comunicare è ottenere dall’altro ciò che tu gli chiedi. Il primo obiettivo della comunicazione efficace è dunque cercare di trasferire non solo il linguaggio e le parole, ma quella dimensione globale dell’esperienza che chiamiamo vissuto”.