ROMA, 5 maggio Università La Sapienza– Il convegno “Prevenzione alla pedofilia” è stato aperto con i messaggi di saluto del Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano, di Luigi Frati, Magnifico Rettore dell’Università La Sapienza, di Claudio Cecchini, assessore alle politiche sociali della provincia di Roma, di Marco Siclari, consigliere delegato per i rapporti istituzionali del comune di Roma e di Giuseppe Sabatino, consigliere di Facoltà.
L’evento ha riunito illustri relatori tra cui Maria Pia Capozza, presidente dell’Associazione Giovanna d’Arco, Marco Rago, Consigliere giuridico del Ministro Frattini, Giovanni dell’Uomo, direttore Sanitario dell’Asl A di Roma, Pietro Ferrara, presidente della Commissione sul maltrattamento della Società italiana di Pediatria, Andrea Bosi, dirigente della Polizia di Stato, Luigi Mancuso, Comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Roma, Patrizio Paoletti, presidente dell’omonima Fondazione e di Fondazione L’Albero della Vita, e moltissimi altri prestigiosi ospiti.
In occasione della giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, Patrizio Paoletti, da anni impegnato nella promozione dei diritti dell’infanzia, è così intervenuto al convegno “Prevenzione della pedofilia: l’impegno delle Forze dell’Ordine”, promosso e realizzato dall’Associazione Giovanna D’Arco Onlus presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza.
“Vorrei ringraziare l’Associazione Giovanna d’Arco Onlus per avermi invitato a questo importante convegno sulla prevenzione della pedofilia e vorrei elogiare le forze dell’ordine per l’eccellente lavoro che svolgono a tutela e a difesa dei diritti dei minori. Voglio ringraziare anche l’Università La Sapienza di Roma per aver messo a disposizione quest’aula così prestigiosa per il nostro incontro.
La mia analisi sul fenomeno della pedofilia intende approfondire cinque punti fondamentali.
Il primo concetto che vorrei approfondire è quello di ruolo, il ruolo che ogni singolo individuo ha nel nostro contesto sociale. E’ necessario, oggi, comprendere che ognuno di noi è dotato di una responsabilità civile e sociale, una responsabilità che, se assunta, diventa trainante per lo sviluppo sociale. Molti casi di pedofilia cadono nel silenzio. Si potrebbe sconfiggere più facilmente questo fenomeno se ogni individuo comprendesse il suo dovere di denunciarlo. E’ necessario ricordare che i dati a nostra disposizione non ci permettono di tracciare un contorno ben definito del fenomeno. Rappresentano solo la punta di un iceberg, perché buona parte degli episodi di violenza su minori è ancora sommersa e nascosta. Naturalmente hanno un ruolo fondamentale anche le istituzioni, che devono farsi altrettanto responsabilmente carico del problema, operando in 3 direzioni. E’ necessario reprimerlo, riconoscendolo esplicitamente come una piaga sociale che non coinvolge solo l’abusato o l’abusante, ma l’intero tessuto sociale; ma è allo stesso modo importante prevenirlo e investire nell’educazione dei cittadini, nella formazione degli educatori e degli operatori che tutelano i diritti dell’infanzia.
Secondo concetto: la responsabilità, la capacità di dare risposta. E’ necessario che ognuno senta e faccia crescere in sé questa capacità. Il fenomeno è trasversale perché coinvolge tutto l’arco della vita di una persona, dal suo nascere al suo morire. E’ necessario che ogni uomo si renda responsabile, coinvolgendo se stesso nella denuncia e nella prevenzione tramite una corretta informazione. In particolare qui, il mio pensiero si rivolge a chi è vicino agli adolescenti: è importante capire che in questa delicata fase della vita, in cui assistiamo ad un’esplorazione della sessualità, determinate proposte devono essere individuate, etichettate e respinte come proposte non lecite. Quindi la curiosità deve essere ben orientata, ben canalizzata verso una relazione paritaria, tra persone che sono tra loro adeguate per età, capacità di comprensione e maturità.
Terzo concetto da sottolineare è quello di priorità. Il 2 marzo abbiamo presentato al Parlamento Europeo un dossier sul fenomeno degli orfani bianchi, prodotto da Fondazione Paoletti e Albero della Vita, insieme a tante altre organizzazioni. Il documento raccoglie i dati di un problema spinoso, che oggi coinvolge i paesi dell’est europeo: quello dell’abbandono dei bambini da parte dei genitori che emigrano in cerca di lavoro. E’ un disagio infantile grave, sul quale abbiamo richiamato l’attenzione della Comunità Europea e, nel 2011 e nel 2012, continueremo a farlo. Riteniamo che sia prioritario inserire il problema della pedofilia così come il fenomeno della tratta dei bambini per il turismo sessuale, nell’agenda 2020, promossa dall’Unione Europea.
Quarta e semplice idea: la delega. Oggi viviamo in un equivoco sociale, abbiamo delegato alle istituzioni e alle agenzie educative buona parte dell’attenzione verso i nostri figli. Ciò è certamente corretto. Ma è necessario comprendere che questa delega non può restare senza un controllo, tutti noi dobbiamo controllare la qualità del processo educativo, in ogni ambito venga svolto.
Chiudo, quindi, con il concetto di controllo. Non è possibile delegare, cioè affidare ad altri la tutela dei diritti dei minori, abbandonando il nostro diretto coinvolgimento nella crescita dei nostri figli. Dobbiamo, invece, renderci conto che l’insieme è responsabile del frutto che l’insieme stesso produce. I bambini di oggi, che sono l’umanità di domani, devono essere tutelati dall’intera umanità, dal completo consesso umano.”
Patrizio Paoletti