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Sono appena tornato da Israele, in cui ho tenuto un seminario stupendo: OMM Live Rendi la tua Vita Straordinaria. È stato bellissimo poter condividere una visione nuova, una visione diversa della vita, delle cose, della gente con questa folla di persone (eravamo 700!); ma soprattutto è stato meraviglioso poter condividere con loro questa idea semplice: se tu leghi costantemente, nella tua mente, la felicità a qualcosa che deve accadere, a qualche evento esterno, a un momento che ti farà svoltare pagina, non sarai mai, mai, mai felice.

La felicità non è connessa ad un evento, la felicità è indipendente.

La felicità è una scelta che noi compiamo in maniera chiara e determinata dentro di noi, dicendoci: “Qui, ora, questo momento è l’istante della mia felicità”.

La Felicità è fare questo cambio di paradigma nella nostra vita e dire a noi stessi che dobbiamo spostarci dall’intelligenza istintiva a un’intelligenza più elevata, più pura, ad un’intelligenza spirituale.

Soltanto in questo modo noi possiamo diventare persone migliori, possiamo diventare quel noi migliore di noi che il mio metodo OMM the One minute meditation ci insegna a raggiungere e che ci fa affermare: “Prima che tu mi ami, io mi amo, prima che il mondo si accorga di me, mi consideri, mi presti attenzione, io mi amo”.

Questo amarci prima di tutte le cose è una forza irrefrenabile che può condurci a un vero e proprio cambio di paradigma, in cui sappiamo cosa è davvero importante per noi e incominciamo a comprendere che per solcare i mari della nostra vita abbiamo bisogno di vele spiegate. Le vele, nella metafora della imbarcazione, sono le emozioni, ma non bastano.  Abbiamo bisogno anche di un chiaro obiettivo, ossia il timone, tenuto dal timoniere che guida il suo naviglio tenendo salda la rotta.

Le emozioni sono incostanti: a volte le nostre vele sono svuotate dal vento e non possiamo solcare il mare, rimanendo in balia delle onde. Allora, nella nostra vita, dobbiamo concentrarci a coltivare quelle emozioni che fanno la differenza, cioè quelle emozioni che sono in grado di dirci come superare il deserto, come superare il momento della difficoltà, come muoverci verso ciò che desideriamo, come smuoverci dalla palude nella quale siamo finiti che, a volte, è la palude dell’immobilità in cui la nostra vita quotidiana, fatta di azioni ripetitive e di paraocchi che ci impediscono di ricevere gli stimoli giusti, ci vede imprigionati.

Dobbiamo, quindi, studiare le nostre emozioni e dire a noi stessi quali sono quelle emozioni primarie che vogliamo manifestare. Una fra tutte per me è la Pace e voglio ribadire ancora una volta che la pace non è l’assenza della guerra, ma uno stato interiore dell’essere connesso al silenzio, a sua volta connesso alla capacità di ascolto e, quindi, alla comprensione, all’incontro con l’altro che ci permette di essere insieme il noi migliore di noi, perché il noi migliore di noi solo per noi stessi non avrebbe alcun senso.

Dobbiamo concentrarci sull’essere consapevoli delle nostre emozioni, sul comprenderle e accettarle. È bello il gioco di parole: accettare con l’accetta, perché alcune emozioni non possono essere accolte, dobbiamo resisterle. Resisterle non significa far finta che non esistano, ma significa spostarci in un altro luogo interiore, dentro di noi, in cui queste emozioni non trovano più spazio, non trovano più fertilizzante, non trovano più terra sulla quale attecchire, vivere, svilupparsi e crescere.

Ci sono 5 emozioni distruttive principali come odio, attaccamento, ignoranza, orgoglio e gelosia. Ognuna di queste ha un antidoto. Ad esempio, l’odio – quel desiderio che hai di togliere il bene all’altro – ha un antidoto che è l’amore, e l’amore va coltivato. L’amore è come la pace,  come la gioia, come la felicità: vanno scelte. E quando tu scegli questo antidoto, gradualmente esso ti risana, ti libera, fa rivivere in te quelle capacità che l’odio ti aveva fatto perdere.

Prendere le distanze dalle emozioni distruttive è possibile. La costanza e l’allenamento sono la chiave e non puoi distrarti o mentirti su questo: la pigrizia e la procrastinazione non ti miglioreranno.

Il mio Metodo OMM The One Minute Meditation è nato proprio in questa direzione. Praticare OMM ti permette di creare uno spazio vuoto dentro di te, nel quale progressivamente diventi capace di prendere distanza da questi veleni tossici delle emozioni negative e distruttive.

OMM ti insegna a non lasciare che nulla ti possieda al punto da azzerarti e a prenderti un minuto per concentrarti interiormente, con tutte le tue forze e la tua volontà, con tutta la tua attenzione, su quel te migliore di te che una parola come pace, amore, altruismo, silenzio, gioia, felicità può descrivere.

La tecnica OMM ti fa dire: “Eccomi, questo è il me migliore di me che posso proporti” nella certezza che questa eccellenza che ti impegni a manifestare si tratta di un modello a tendere, quindi domani sarai ancora migliore di oggi e questo miglioramento non avrà mai fine.

Scegli qual è la parola chiave per te, per questo prossimo minuto che stai per vivere. Fallo ora mentre stai leggendo e poi, fai un respiro lento e profondo, rilassati e metti questa parola dinnanzi a te e visualizzati realizzarla. Produci questa visualizzazione creativa, produci questa prefigurazione, guardati come in un film mentre sei capace di manifestare questo te migliore di te che hai chiuso in questa parola chiave.

E ora sei pronto per il tuo minuto OMM.

Per imparare di più sul metodo OMM clicca qui.

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